INIZIATIVA E AMBIENTE
Le aree oggi costituenti il Comprensorio Colle delle Gensole, risultano inserite tra quelle edificabili sin dal Piano Regolatore Generale del 1962 tra gli ambiti delle lottizzazioni convenzionate, zona E1 (1 mq/mc).
L’ iniziativa è stata approvata dal Consiglio Comunale di Roma con delibera N. 53 del 28 marzo 2003.
Con deliberazione del Consiglio Comunale del 12 febbraio 2008 n.18, è stato definitivamente approvato il Nuovo Piano Regolatore Generale, che destina l’intervento di Colle delle Gensole ad “Ambito a pianificazione particolareggiata definita“. Le previsioni edificatorie inizialmente espresse i metri cubi (mc.) vengono quantificate in “S.U.L.” (Superficie Utile Lorda), in conformità a quanto prescritto dall’articolo 4 e dall’articolo 102 delle Norme Tecniche di Attuazione del nuovo Piano Regolatore Generale.
In data 15 febbraio 2010 è stato sottoscritto tra il Presidente della Regione Lazio e il Sindaco del Comune di Roma Capitale l’Accordo di Programma concernente l’approvazione del Programma di Trasformazione Urbanistica “Colle delle Gensole” e compensazione di quota parte delle aree di proprietà ricomprese nell’ex comprensorio E1 “Tor Marancia”. Tale compensazione non ha comportato aumento di cubature rispetto alle previsioni urbanistiche preesistenti.
Con Determinazione Dirigenziale n. 841 del 17 dicembre 2010, “ROMA CAPITALE”, Dipartimento Programmazione ed Attuazione Urbanistica – Direzione Programmazione e Pianificazione del territorio, U.O. Programmazione degli Interventi di Trasformazione Urbana ha approvato i progetti definitivi e verificato che l’importo complessivo delle opere di urbanizzazione (primaria, secondaria e aggiuntiva), da realizzarsi riguardo l’intervento urbanistico in questione, è di valore superiore alla cosiddetta “soglia comunitaria”, di cui all’art. 28, comma 1, lett. c) del D. Lgs. 12 aprile 2006, n. 163.
Ciò comporta l’indizione di una gara pubblica d’appalto di livello europeo.
La Convenzione Urbanistica è stata stipulata in data 21 dicembre 2010 con atto a rogito Notaio Enrico Fenoaltea. Nella stessa è previsto che i titolari dell’iniziativa hanno l’obbligo di ricorrere ad eventuali espropri dei terreni dei proprietari non aderenti all’iniziativa, in quanto l’art. 5 dell’Accordo di Programma prevede l’apposizione del vincolo preordinato all’esproprio sulla totalità delle aree interne ed esterne al perimetro di intervento destinate ai servizi e spazi pubblici, nonché a viabilità, sancendo la pubblica utilità, indifferibilità ed urgenza delle opere e degli interventi pubblici previsti.
Il giorno 04 ottobre 2013 è stata stipulata la Convenzione Integrativa con atto a rogito del Notaio Dottor Paolo Fenoaltea. Tale Convenzione è stata stipulata per adeguare i lavori ai nuovi tracciati normativi indicati dal Consiglio Capitolino.
CENNI STORICI
La zona prende il nome dall’omonimo corso d’acqua, il Fosso della Cecchignola, (anticamente ciconiola) che confluisce nel Vallerano poco prima che questo riversi le sue acque nel Tevere, di cui è affluente di sinistra.
Il termine ciconiola indicava una macchina idraulica per attingere acqua dai canali (il suo movimento riproduceva quello della cicogna quando questa si abbassa per bere). In questo senso abbiamo un importante riferimento in Leonardo Da Vinci: “farai prima una cicognola che si parta dal basso del monte”.
La zona è in prossimità della città militare il cui nucleo abitativo fu costruito per alloggiare gli operai impegnati nell’allestimento dell’EUR Esposizione Universale di Roma.
Successivamente allo sbarco di Anzio ci si insediarono gli eserciti alleati. Oggi è sede di comandi, enti ed unità militari quasi a formare una piccola città autonoma che nell’ambito dell’organizzazione toponomastica dell’Agro Romano entrò a far parte del Quartiere Giuliano Dalmata.
ARCHEOLOGIA
Le aree interessate dall’intervento sono situate in prossimità del Parco Archeologico dell’Appia Antica. Si è provveduto ad analizzare attentamente tutte le informazioni storico-archeologiche disponibili al fine di sovrapporne eventuali posizionamenti con la stesura organizzativa del progetto, con particolare riferimento alla viabilità ed ai relativi lotti edificabili ad essa limitrofi.
Ritenendo comunque riscontrabili elementi per i quali poteva emergere un posizionamento non localizzato nelle piante e nei documenti disponibili, si è ritenuto opportuno effettuare una campagna di scavi, che potesse confermare la non presenza di significativi elementi di importanza storica. Tale campagna scavi ha confermato la non presenza di ritrovamenti significativi ed ha portato la Soprintendenza Archeologica ad emanare il conseguente Nulla Osta.
GEOMORFOLOGIA DELL’AREA
L’area oggetto del presente lavoro ricade sulle estreme pendici nord-occidentali dell’apparato vulcanico dei Colli Albani il quale, nelle sue linee generali, è costituito principalmente da due antichi edifici sovrapposti e pressoché concentrici e da altri all’intorno di minore importanza. Tra il Pliocene Superiore ed il Pleistocene Superiore le continue esplosioni dell’apparato vulcanico portarono alla messa in posto di formazioni piroclastiche notevolmente estese. Tali formazioni ricoprono, nel loro complesso, gran parte della regione romana intercalandosi con numerose colate laviche di cui le più estese si sviluppano nella parte settentrionale e nord occidentale dell’apparato eiettivo. Tutta la zona, sita nella sinistra idrografica del fiume Tevere tra il Fosso della Cecchignola ed il Fosso di Fiorano, non risulta molto significativa dal punto di vista morfologico in quanto si presenta con un andamento prevalentemente pianeggiante movimentato solo dalle scarse incisioni dei vari fossi e da basse colline il tutto intervallato da vecchie cave abbandonate di pozzolana. L’altezza sul livello medio del mare dell’area è di circa 55 m. Le formazioni geologiche interessate che affiorano sono costituite da un insieme di strati a granulometria variabile dalle argille, ai limi, alle sabbie disposte in lenti o letti di vario spessore ed estensione.
IL SISTEMA DEL VERDE
L’area risulta fortemente antropizzata e soggetta ad attività umane. La vicinanza con il nucleo urbano di Roma e la favorevole situazione morfologica infatti hanno incisivamente modificato paesaggio e ambiente del territorio pur conservando per larghi tratti le originarie caratteristiche di naturalità.
L’area dell’intervento non risulta compresa all’interno di Zone a Protezione Speciale né in Siti di Interesse Comunitario, ma si inserisce in un ambiente perfettamente equilibrato rappresentando un sito particolarmente idoneo ad un vivere salutare e di eleva qualità.
A ciò contribuisce la creazione di un sistema di ampie superfici a verde, per circa 70.000 mq., “il grande parco pubblico” realizzato su aree di proprietà privata ceduta all’amministrazione pubblica, alcune sistemate a prato, altre a giardino ed alternate ad aree gioco completamente fruibili grazie anche ad un bene organizzato sistema di percorsi.
La rimanente parte del parco, la più vasta e lontana dall’abitato, assume nel suo complesso la connotazione di parco agricolo-naturalistico.